Oggi voglio accompagnarti in una riflessione su due nemici interiori molto diffusi ma spesso invisibili: le credenze limitanti e il senso di indegnità. Due ferite che, se non riconosciute, rischiano di condizionare tutta la nostra vita.

 

1. Le credenze limitanti: catene invisibili

Ogni essere umano cresce dentro un contesto: famiglia, scuola, relazioni, esperienze. E in questo percorso, spesso, interiorizza frasi, giudizi, emozioni che si sedimentano nel profondo e diventano convinzioni.

Esempi di credenze limitanti:

  • “Non sono abbastanza bravo”
  • “Non merito di essere amato”
  • “Se sbaglio, deludo tutti”
  • “Meglio non esporsi, altrimenti si soffre”
  • “Gli altri valgono più di me”

Queste frasi non sono solo pensieri. Diventano verità interiori che, anche se non vere, governano le nostre scelte, frenano i sogni, bloccano l’amore. Sono come occhiali sporchi: distorcono la realtà.

Il problema è che spesso non ce ne accorgiamo. Agiamo, parliamo, scegliamo... senza sapere che sotto tutto c'è un “pilota automatico” che ci guida verso il basso, verso la paura, verso il conformismo.

 

2. Il senso di indegnità: la radice profonda

Alla base di tante credenze limitanti c’è una radice più profonda e dolorosa: il senso di indegnità. È quella voce interiore che ti dice:

“Tu non sei degno. Non sei all’altezza. Non vali abbastanza. Dio forse ama gli altri, ma non te.”

Questa ferita può nascere da:

  • rifiuti subiti nell’infanzia
  • mancanza di affetto o di conferme
  • errori commessi di cui non ci si perdona
  • paragoni continui con gli altri
  • traumi o abbandoni emotivi

Il senso di indegnità non è umiltà: è vergogna travestita da coscienza. È una bugia che prende il posto della verità. Ti convince che devi “fare di più” per essere amato, che devi “meritare” la stima, che non puoi presentarti a Dio se non ti purifichi da solo.

Ma Dio non ragiona così.

 

3. La guarigione passa dalla verità

Per guarire da queste ferite servono due movimenti fondamentali:

a) Riconoscere la menzogna

  • Fino a quando non riconosci che quella voce interiore ti sta mentendo, continuerai a darle ascolto.
  • La guarigione comincia nel momento in cui prendi coscienza: “Questo pensiero non è la verità. È una ferita che parla.”

b) Accogliere la verità su di te

  • La verità è che sei degno di amore, non per quello che fai, ma per chi sei.
  • Sei figlio. Punto. E un figlio non deve “meritare” l’amore: lo riceve perché è amato da sempre.

Nel Vangelo, Gesù non si rivolge ai “perfetti”, ma agli indegni, ai feriti, agli scartati. Perché sa che il cuore umano ha sete di misericordia più che di giudizio, di abbraccio più che di spiegazioni.

 

4. Un esercizio semplice ma profondo

Ti propongo una piccola pratica psicologica-spirituale:

  1. Scrivi su un foglio tutte le frasi negative che ti ripeti, anche quelle più nascoste.
  2. Per ognuna, chiediti: “Chi mi ha fatto credere questo? È davvero vero?”
  3. Poi, accanto a ogni menzogna, scrivi una frase nuova, ispirata alla verità di Dio e della tua dignità.

Esempio:

  • “Non valgo niente” “Sono prezioso agli occhi di Dio e nessuno può togliermi questo valore”
  • “Devo sempre dimostrare qualcosa” “Posso esistere anche senza dovermi guadagnare l’amore”

Ripeti ogni giorno queste verità. All’inizio sembreranno solo parole... ma giorno dopo giorno, la mente si rinnova e il cuore guarisce.

 

5. Un messaggio finale: sei più di ciò che credi

Non lasciare che il passato, i fallimenti o le paure definiscano la tua identità. Tu non sei le tue ferite. Sei molto di più: sei amato, sei scelto, sei chiamato alla libertà.

E se oggi ti senti “indegno”, sappi che proprio lì, in quella povertà, Dio può entrare.
Perché Lui non ama chi si sente perfetto.
Ama chi si lascia amare, anche con le lacrime agli occhi.

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.