L'invidia è un veleno sottile. Non grida, non si mostra apertamente, ma lavora in silenzio, nel cuore dell’uomo, fino a corroderlo. È uno dei peccati capitali, perché ha radici profonde nell’orgoglio e nella mancanza di carità. Quando vediamo il bene negli altri e invece di gioirne, lo desideriamo per noi con amarezza o speriamo che venga loro tolto… allora l’invidia ci sta già dominando.
Ricorda la storia di Caino e Abele. Caino non sopportava che Dio guardasse con favore all’offerta del fratello. Il fuoco dell’invidia lo accecò, e lo portò a compiere uno dei primi grandi peccati dell’umanità: alzare la mano contro suo fratello. È questo il rischio: l’invidioso non si limita a soffrire dentro, ma può arrivare a distruggere gli altri per il solo fatto che riflettono una luce che lui non ha.
Ma tu, se mai sentirai nascere quel sentimento nel cuore, fermati. Prega. Chiedi a Dio la grazia di purificarti. L’invidia si vince con la gratitudine: riconoscendo il bene che Dio ha già fatto nella tua vita. Si vince con l’amore fraterno, sapendo che il bene dell’altro non toglie nulla al tuo.
Chi vive nell’invidia è come chi cammina con un peso sulle spalle: non riesce mai a gioire pienamente, né a costruire relazioni vere. Ma chi sceglie di benedire anziché maledire, chi sceglie di lodare Dio per i doni degli altri… quel cuore diventa libero, leggero, e pieno di pace.
Che il Signore ti custodisca e ti doni sempre occhi limpidi, un cuore umile e una lingua che benedice.
Amen.

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