
Riflessione sulla Prima Domenica di Quaresima – Anno C
La Quaresima si apre con un brano forte e denso di significato: “le tentazioni di Gesù nel deserto”. Subito dopo il battesimo nel Giordano, lo Spirito Santo lo conduce nel deserto per essere tentato dal diavolo. Questo ci fa riflettere: lo Spirito non porta Gesù nel deserto per punirlo o abbandonarlo, ma perché è necessario. Vediamo insieme perché.
-Perché lo Spirito porta Gesù nel deserto?
Matteo ci dice che è “lo Spirito a condurre Gesù nel deserto” (Mt 4,1). Questo significa che il deserto non è un caso, ma un passaggio voluto da Dio. Il deserto nella Bibbia è il luogo dell’incontro con Dio, ma anche della prova e del discernimento. Pensiamo al popolo di Israele che rimane nel deserto “40 anni” prima di entrare nella Terra Promessa: è un tempo di purificazione e di fiducia in Dio.
Gesù ripete questa esperienza per “40 giorni e 40 notti”, ma a differenza di Israele, che ha spesso dubitato e disobbedito a Dio, lui rimane fedele. Questo significa che Gesù è il nuovo Israele, il Figlio obbediente che vince dove gli uomini hanno fallito.
Le tre tentazioni: il cuore della lotta spirituale
Alla fine dei 40 giorni, il diavolo si avvicina e lo tenta in tre modi. Sono tre tentazioni che toccano anche la nostra vita.
1. “Se sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane” (Mt 4,3)
Questa è la tentazione del “materialismo”, del pensare che l’uomo viva solo di cose materiali. Satana invita Gesù a usare il suo potere per saziare la fame, per pensare prima a sé stesso.
Ma Gesù risponde:
-Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt 4,4).
Questo ci insegna che “non basta il cibo, il successo, il denaro per essere felici”, ma è la Parola di Dio a nutrire veramente il cuore. Quante volte nella nostra vita mettiamo le cose materiali al primo posto, dimenticando ciò che è essenziale?
2. “Se sei Figlio di Dio, gettati giù dal tempio” (Mt 4,6)
Qui il diavolo cita addirittura la Scrittura (Salmo 91) per spingere Gesù a compiere un “miracolo spettacolare”, a cercare la gloria, il consenso, il sensazionalismo. È la tentazione della “fama, del potere, del voler dimostrare qualcosa a tutti i costi”.
Gesù risponde:
"Non tenterai il Signore Dio tuo" (Mt 4,7).
La fede non è “mettere Dio alla prova”, ma fidarsi di Lui anche senza segni straordinari. Noi invece, spesso, vogliamo segni immediati, certezze visibili. Gesù ci insegna a fidarci di Dio “senza pretendere prove”.
3. “Ti darò tutti i regni del mondo se ti prostri e mi adori” (Mt 4,9)
Qui il diavolo offre “potere e gloria”, ma a un prezzo terribile: adorarlo. Questa è la tentazione della “corruzione”, del compromesso con il male pur di ottenere successo.
Ma Gesù è chiaro:
"Vattene, Satana! Sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e a lui solo renderai culto" (Mt 4,10).
Quante volte il mondo ci dice che per avere successo dobbiamo scendere a compromessi con l’ingiustizia, con la menzogna, con il peccato! Ma Gesù ci mostra che “solo Dio merita la nostra fedeltà, non il potere o la ricchezza”.
-Cosa ci insegna questo Vangelo?
Gesù esce vincitore dalla lotta con il diavolo. Ci mostra che la tentazione non è un peccato, ma è un passaggio inevitabile nella vita cristiana. Anche noi, nel nostro deserto quaresimale, dobbiamo affrontare le nostre prove, ma con la certezza che “Cristo ha già vinto per noi”.
Come possiamo vivere bene questa Quaresima?
- “Nutrendoci della Parola di Dio”, perché solo Lui sazia il cuore.
- “Affidandoci a Dio senza pretendere miracoli”, ma con una fede autentica.
- “Restando fedeli a Dio”, senza cercare gloria o successo a tutti i costi.
Alla fine del brano, gli angeli si avvicinano e servono Gesù. Anche per noi, dopo ogni lotta spirituale, c’è sempre la consolazione di Dio.
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